99 nomi - 2019
99 nomi - 2019

99 nomi

pailettes, velluto, frammenti di specchio, audio, 300x300 cm, 2019

Ibn Arabī, mistico del XIII secolo, definì il rapporto tra Dio e le sue creature come un oggetto che viene riflesso in innumerevoli specchi: “Quando l’uomo capisce di essere riflesso di Dio e che la separazione tra di loro non esiste, è lì che ha inizio il percorso verso l’unità finale”.

 

I novantanove nomi di Dio sono scritti in arabo attraverso delle pailettes specchianti applicate ad un telo di velluto nero. Il disegno originale è tratto dalle tavole mistiche islamiche di origine medievale, in codice cufico, ampiamente utilizzate nel mondo arabo. Ciascun nome indica l’essenza di una delle infinite manifestazioni di Dio, e partono dal numero 0, Allah (Dio, il più alto) in alto a destra, per terminare con il numero 99, As-Sabur (il paziente senza tempo) in basso a sinistra.

 

In occasione della mostra “Ecumene” presso Atipografia, l’opera è stata integrata da una “Corona” riportante tutti i 99 nomi con la relativa traduzione in italiano. Un’installazione acustica, inoltre, recita i nomi all’interno di un ciclo completo di 24 ore, costituendo un tappeto sonoro che accompagna alla mostra.

“Ibn Arabī, a mystic of the thirteenth century, defines the relation between God and his creatures as an object that is reflected in innu- merable mirrors: “When the man understands that he is a reflection of God and that the separation between them does not exist, it is there that the path to the final unity begins.”

 

The 99 names of God are written in arabic using mirrored sequins applied to a velvet black cloth. The original drawing is taken from Islamic mystical tables of medieval origin in Kufic code, widely used in the Arab world. Each name indicates the essence of one of the infinite manifestations of God, starting with the number 0, Allah (God, the highest) in the upper right, ending with the number 99, As-Sabur (the timeless patient) in low and left.

 

On the occasion of “Ecumene” exhibition at Atipografia, the opera is integrated by a “Corona” displaying all the 99 names with their relative Italian translation. Furthermore, an acoustic installation, reproduces the names within a complete 24 hours cycle, building a sound carpet that accompanies through the exhibition.